A 128 anni da quella strage i socialisti siciliani di xQS non
dimenticano di onorare la memoria di quella che fu una vera e propria
carneficina con il suo triste bilancio di tredici contadini uccisi e ventisei
feriti dal piombo dei militari, che spararono ad altezza d’uomo, intervenendo
per impedire a centinaia di contadini del paese del palermitano, esasperati da
bisogno, povertà e promesse non mantenute, di proseguire nell’occupazione delle
terre del feudo di Sangiovannello.
L’ordine giunse ai militari coadiuvati non solo dai Regi
carabinieri ma anche da campieri mafiosi direttamente dal “siciliano”
Presidente del Consiglio Francesco Crispi.
I morti inoltre abbiamo testimonianza furono lasciati in strada fino al
pomeriggio del giorno successivo, a monito futuro.
La strage ebbe un eco profondo in tutta Italia e non solo in
Sicilia.
Se l’intento di Crispi oltre a quello pratico era quello “politico”
di piegare i Fasci Siciliani dei Lavoratori ebbene allora fallì, anzi sulla
scia dell’indignazione non solo l’on. Napoleone Colaianni in un suo atto
ispettivo parlamentare denunziò la strage additando a viso aperto le orribili condizione di vita dei contadini
siciliani d’allora, obbligati a subire maltrattamenti e angherie ma si realizzò
addirittura una colletta in favore dei congiunti delle vittime, promossa a
Palermo, che raggiunse la ragguardevole cifra, per allora, di 2600 lire.
Per noi socialisti siciliani di xQS del 2021 è fondamentale
ricordare un evento luttuoso come quello della strage perpetrata a Caltavuturo
e ciò per continuare a dare forza e proiezione al nostro impegno che è
connaturato al bisogno di affrontare la, ad oggi, non risolta Questione
Siciliana che era e resta un “problema” che pur avendo inevitabilmente mutato
le sue forme mantiene elementi di sperequazione sociale sicuramente oggi meno
evidenti d’allora ma non per questo meno odiosi.
Avaja!
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