sabato 6 febbraio 2016

LA SCELTA DI BERNIE...


Il voto per le primarie statunitensi nello Stato dello Iowa conferma, in campo democratico, il buon risultato del senatore socialista Bernie Sanders, che è stato sconfitto solo per un soffio dalla ex first lady e favorita per il ticket dem, Hillary Clinton. L’importanza del risultato di Bernie risiede, tuttavia, a mio avviso, non tanto o solo, nel risultato in sé, quanto in un elemento ben più importante ovvero la capacità di Sanders di “sdoganare” il socialismo democratico agli occhi di un’ampia fascia dell’opinione pubblica statunitense.
Con la scelta, non scontata, di concorrere per la nomination democratica per la corsa presidenziale, Sanders sembra aver iniziato ad incrinare l’ingiusta quanto falsa equiparazione, tout court, tra socialismo e comunismo negli Stati Uniti d’America.
Bernie attraverso un’oculata campagna ha potuto mostrare e dimostrare che essere socialisti democratici negli States non è solo una questione ideologica quanto un mix composito d’idee, valori, programmi che restituiscono al socialismo a stelle e strisce un’agibilità sociale e politica troppo a lungo sottrattagli. La possibilità di restituire una piena agibilità, libera dalle ipoteche caricaturali, cui suo malgrado dal secondo dopoguerra lo condannò la parificazione, errata e ambigua, con il comunismo statunitense, allora, fortemente filosovietico è un dato centrale, ineludibile nella vita politica degli U.S.A.  Voglio essere chiaro, ritengo che l’ancora non esaurita parabola elettorale sandersiana abbia un valore ed un senso non solo interno, statunitense ma ben più generale. Provo a spiegare meglio cosa intendo.
Appare evidente, anzitutto a noi socialisti, che il socialismo democratico, la socialdemocrazia, di tradizione e prassi europea, vive una profonda crisi, diversa ma non dissimile dalle difficoltà che vivono e subiscono anche altri settori della sinistra europea. Questo malessere in seno alla socialdemocrazia è un frutto composito dettato da diversi ordini di fattori, interni ed esterni.
Se da un canto è evidente che il Socialismo e segnatamente quello europeo oggi rappresentato dal PES non ha pienamente saputo analizzare prima e provare a risolvere poi i temi, le urgenze ed i bisogni che la società, i suoi lavoratori, i settori sociali più deboli e meno tutelati vivono anzi subiscono. I gruppi dirigenti socialisti europei ancora indugiano su analisi e prassi proprie di quella stagione non esaltante del socialismo che sommariamente potremmo definire, blairista. Una fase quella in cui si pensò fosse possibile la quadra del cerchio, ovvero che potessero convivere e conciliarsi insieme il liberismo, per lo più inteso come spregiudicata declinazione del capitalismo finanziario, e il socialismo democratico considerato latamente come portatore di esigenze, molto generiche, di stato sociale.  Tutto ciò ha mostrato, a chi vuol vedere, tutti i suoi limiti in Europa come altrove. Oggi comunque la crisi del socialismo democratico, della socialdemocrazia non è frutto solo di questo “scontro” quanto dettata anche dal fatto che l’azione socialista e democratica deve, da sé, qualunque sia la valutazione sul suo ruolo e sulle sue prospettive, essere conscio che la tradizionale idea che i socialisti debbano e possano lavorare, come in passato, solo o soprattutto a garantire una mera, quasi automatica, ridistribuzione contrattata e/o consociativa, del benessere capitalistico. Quest’ analisi appare, infatti, nel nostro tempo, insufficiente a leggere, in toto, la realtà.
Oggi iniziative come quella di Bernie Sanders negli U.S.A. o quella, seppure diversa nelle forme e modi, nel Regno Unito di Jeremy Corbyn testimoniano di un socialismo democratico, di ampi settori di sinistra socialdemocratica che ovunque operano e lavorano per ridefinire e rideterminare il senso di una sua azione e di una propria  presenza. In tale prospettiva si muove, anche in Italia, Risorgimento Socialista che è nata appunto per questa come organizzazione politica e che in tale chiave opera.
Guardiamo quindi al percorso di Sanders non alla ricerca di “modelli” di riferimento quanto, più e meglio, in una logica orizzontale, di confronto tra tutti i gruppi, movimenti e settori del socialismo democratico che nel Mondo lavorano a restituire prospettiva ai principi e ai valori, per noi insuperati e insuperabili, del Socialismo. Buon lavoro e ” in bocca al lupo”, dunque, al compagno Sanders e con lui a noi tutti dalla Sicilia, all’Italia a Francia, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti d’America, America del Sud e ovunque nel Mondo.

Socialismo Sempre!


Fabio Cannizzaro