Superato il momento importante ma, tutto sommato, più facile poiché
squisitamente commemorativo del Primo maggio, oggi, Due maggio, siamo chiamat*
a riflettere sullo stato delle cose.
Si tratta, in buona sostanza, di connettere i valori da noi
sostenuti (da altri solo strombazzati a
corrente alternata salvo poi nei momenti importanti negarli con scelte, spesso,
opposte e contrarie) con i bisogni concreti e le aspirazioni reali di chi
lavora, di chi lavoro non ha, di coloro, uomini e donne, che vivono nel disagio
etico, sociale ed economico.
È di ieri l’offensiva, tutt’altro che casualmente, mossa il
Primo maggio al reddito di cittadinanza.
Una scelta che nella sua “logica” pone tutti, sinistra
inclusa, e con questa anche le organizzazioni sociali, di fronte a “scelte” della destra che definire
inequivoche è eufemistico.
Nel suo procedere questo Governo si mostra e ancor più si
dimostra di destra e nettamente di classe.
Il cosiddetto “progressismo”
e con questo buona parte delle dirigenze sindacali confederali si trovano, benché
un simile scenario fosse ampiamente prevedibile, essenzialmente spiazzate.
Dipende ciò, forse, dalla pervicace incapacità a superare
vecchi modi di ragionare e vetuste prassi a-conflittuali e consociative?
Tutto ciò in un momento socio-economico e storico-politico in
cui appare sempre più evidente che i meccanismi consociativi sono superati poiché
unilateralmente rigettati da un campo neoliberista, sempre più “radicale”, che
questo sì, invece, la lotta di classe la pratica, però, da destra e sul campo
padronale.
Il cosiddetto “progressismo”,
a prescindere dalla questione leaderistica, appare smarrito, provato.
L’unica area politica che, attualmente, mantiene gli
strumenti politici e d’analisi per affrontare questa fase politica è quella
della sinistra d’alternativa.
Un’area, piaccia o no, lo si voglia ammettere o meno, in cui
l’unica realtà organizzata e territorialmente diffusa, pur con i suoi limiti, attualmente
è e resta il partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.
Oggi più che mai chi vive del proprio lavoro, chi non gode di
rendite varie può e deve orientare la propria attenzione e la propria fiducia
verso chi come Rifondazione Comunista è disposto e coerentemente impegnato a
contrastare le logiche di questa destra egoista e di classe.
Rifondazione Comunista, al netto di ogni ideologismo, lavora,
quotidianamente e convintamente, in tale prospettiva, su un doppio fronte.
D’un canto a difesa dei diritti sociali non ancora aggrediti,
disarticolati e sostanzialmente svenduti e dall’altro sostenendo tutte le
iniziative sociali, politiche e sindacali di tipo perequativo.
Nel fare ciò siamo perfettamente in linea con le scelte maturate,
all’unanimità, nel nostro ultimo, recente congresso nazionale.
Guardando, poi, alla realtà siciliana, la situazione, a ben
vedere, se possibile si complica ancora di più.
L’annosa, irrisolta, poiché concretamente non affrontata,
Questione Siciliana si salda, per nulla casualmente, con i temi dell’emergenza
sociale e anche con quelli dell’attualità politica.
Tutto ciò crea, con tutta evidenza, un mix socialmente deflagrante.
Nella realtà siciliana, al pari di quella romana, la sinistra
non può contare se non in modo lato e nominalistico sull’intervento politico,
sociale e parlamentare del “progressismo”,
che recentissimamente si prova a narrare in chiave neo-ulivista.
Tutti costoro non sembrano volere o sapere cogliere il quadro
d’insieme, la sua gravità che coinvolge e travolge la gran parte della società
siciliana sana.
Siamo, oggi, sostanzialmente soli a Palermo non meno che a
Ragusa o Trapani o ancora a Messina o Caltanissetta Noi di Rifondazione Comunista
con pochi altri a reggere l’urto delle forze neoliberiste e delle montanti,
sempre più aggressive destre.
Noi del PRC della Sicilia lo facciamo senza alcuna, ahi noi,
rappresentanza parlamentare, sia a Roma sia a Palermo, e tuttavia, anche
rispetto ad un recente passato, veniamo informati dai compagni e dalle compagne
che ci seguono che la nostra azione appare sempre più attenta e sempre più proiettata
a rappresentare bisogni ed esigenze sociali territoriali e concrete.
In tal senso non è per nulla casuale la decisione maturata
dalla Segreteria regionale siciliana del PRC, di fare presenziare il nostro
Segretario isolano, il giovane, attivo Nicola Candido, alla manifestazione per
il Primo Maggio che si è svolta ad Acate, nel ragusano.
Manifestazione organizzata contro ogni forma di sfruttamento
e per determinare le condizioni per conoscere la verità sulla sorte di Daouda
Diane, un lavoratore immigrato scomparso nel nulla dopo aver documentato
condizioni di lavoro critiche.
La sfida, dunque, si combatte, giorno per giorno, a partire
da oggi Due Maggio, nella quotidianità della lotta, dell’impegno, del conflitto
per giungere a soluzioni sociali utili e importanti.
In tale processo Rifondazione Comunista, in Sicilia come
altrove, c’è ed esprime tutto il suo potenziale politico e di classe.
Fabio Cannizzaro
Componente della segreteria regionale del PRC- SE