mercoledì 17 agosto 2016

PERCHÉ, DA SOCIALISTI E SICILIANI, DIRE “NO” E VOTARE”NO” AL REFERENDUM SULLA “RIFORMA” COSTITUZIONALE



L’impegno per il NO alla “riforma”costituzionale che stiamo profondendo come Risorgimento Socialista della Sicilia ha ragioni d’ordine generale, condivise dalla Valle d’Aosta al Molise, ma non vuole e non può sottacere ragioni d’ordine peculiare, proprie della realtà, del vissuto della nostra Sicilia.
Si parla poco, troppo poco degli effetti che la vittoria del Sì potrebbe produrre sull’assetto politico ed istituzionale della Sicilia e quindi sui diritti dei Siciliani, di tutti i Siciliani.
Se dovesse vincere il Sì, infatti,  si passerebbe ad una concreta abrogazione d’ogni guarentigia e prerogativa statutaria. Gli effetti non sarebbero  solo politici o limitati come vorrebbero farci credere alla “casta” ed ai suoi “clientes”,anzi i contraccolpi sociali sarebbero avvertiti soprattutto dai cittadini.
Schierarsi per il NO in Sicilia significa anche lottare contro la disarticolazione dei propri diritti politici, economici e sociali.
Di fronte ad una volontà neocentralizzatrice e concretamente, dichiaratamente  antimeridionale dell’attuale Governo romano i Siciliani potrebbero e dovrebbero attendersi l’intervento del Governo regionale, dell’Assemblea Regionale Siciliana, della gran parte della classe politica isolana. Nulla di tutto ciò,anzi!
A ben vedere il Governo regionale, la sua maggioranza parlamentare e politica hanno ceduto su tutta la linea ed abbandonato ogni soverchio ritegno.
È di queste ultime settimane l’accordo  siglato dal Governo di Palermo con quello di Roma  con cui l’Esecutivo regionale rinuncia a 7 miliardi l’anno in cambio di soli 500 milioni senza altra reale contropartita. Siamo davvero dinnanzi alla concretizzazione della parabola gramsciana del castoro.
Questa decisione è di fatto una occulta rinuncia alle prerogative statutarie che però non possono essere abrogate sebbene obliate in quanto saggiamente sono state costituzionalizzate, ecco dunque che solo dopo aver disarticolato la Costituzione si potrà eliminare anche l’odiata Autonomia Siciliana con la sua esatta, quanto inapplicata, scansione dei diritti dei Siciliani.
Anche e soprattutto per questi motivi le donne, gli uomini di Sicilia e segnatamente coloro che non appartengono alla casta, i lavoratori, i cittadini onesti ed antimafiosi devono dire NO alla cosiddetta “riforma” costituzionale del Governo che vorrebbe ricentralizzare il Paese, sottrarre spazio di concreta autodeterminazione alle popolazioni per ricondurre spese e scelte politiche al Centro romano.

Per questo motivo dobbiamo dire NO e votare NO alle “riforme” costituzionali, quando ce ne daranno modo ed occasione.




Fabio Cannizzaro