La lotta antimafia
non può prescindere dall’impegno speso e profuso dai socialisti siciliani.
Un impegno, una
dedizione quella dei compagni, delle compagne che ci hanno preceduto che è
stato, infatti, fondamentale.
Possiamo essere
orgogliosi nell’affermare, senza tema di smentita, che sono stati i socialisti,
in primis quelli siciliani, a riconoscere la mafia come problema sociale e
politico e che sono stati, altresì, i primi a impegnarsi fortemente per combatterla.
Furono i nostri
compagni, le nostre compagne a lanciare la prima, risoluta sfida al potere
mafioso.
Basta pensare,
solo per citare alcuni, a Bernardino Verro o a Giuseppe De Felice Giuffrida e
con loro alla nascita di quel movimento schiettamente socialista e siciliano
che furono i Fasci siciliani dei lavoratori per cogliere con immediatezza
quanto siano legati e imprescindibili il socialismo siciliano e la lotta
antimafia.
Terribile, violenta fu la reazione mafiosa.
Una reazione che poté allora contare sulle
complicità di diversi apparati dello Stato sabaudo e liberale nonché sul
silenzio omertoso e pesante di molti settori “benpensanti”.
Il risultato fu
la sconfitta del movimento dei Fasci siciliani, l’incarcerazione di molti
compagni e, ahi noi, l’uccisione di altri.
I mafiosi si
illusero, allora, di aver fermato l’azione antimafia dei socialisti.
Sbagliarono e di
grosso, infatti, non fu così.
I socialisti e
le socialiste siciliani e siciliane mai smisero, infatti, di lottare contro la
mafia.
Osserviamo,
infatti, il XX secolo e a quanto forte è stato l’impegno socialista antimafia,
impegno che è costato ai socialisti siciliani un fiume di sangue innocente.
Un tributo
pagato in nome dei propri valori, dei propri ideali di lotta e giustizia
sociale.
Guardiamo,
inoltre, ai nostri –territori, ai Nebrodi, in cui il Socialismo, al pari di
altri territori della Sicilia e no, si mise alla testa del movimento contadino
per la terra.
Pensiamo all’azione
politica svolta dal PSI (quello fondato nel 1892 e poi definitivamente sciolto
nel 1994) e a fine anni Quaranta e all’inizio degli anni Cinquanta del secolo
scorso dal compagno Raniero Panzieri.
Una sfida
coraggiosa lanciata al latifondo, ai mafiosi, al loro controllo economico e
sociale e ai loro amici e alleati.
In
questa battaglia i socialisti, pur secondi a nessuno, furono affiancati dai
compagni del PCI e, poi, nel tempo, anche dalle organizzazioni politiche della
cosiddetta Nuova Sinistra.
Uomini
dello spessore di Pio La Torre e di Peppino Impastato lottarono con noi, uniti
dalla comune appartenenza al Movimento Operaio e Socialista.
Oggi
quel PSI non esiste più, i compagni, le compagne che si riconoscono nei valori del
socialismo antimafia e che non li hanno rifiutati, hanno fatto, secondo coscienza,
scelte politiche personali varie e diverse.
E,
tuttavia, la loro eredità è e resterà viva se continueranno ad onorarla con l’azione
con l’esempio.
Questo
è il caso del Circolo Socialista Nebroideo Indipendente “Italo Carcione” che
oramai due lustri fa volle e realizzò il Premio Antimafia “Francesca Serio”.
Un
premio che, non casualmente, decidemmo di declinare al femminile dedicandolo
alla compagna Francesca Serio, figlia di Galati Mamertino e di questi nostri
Nebrodi.
Nelle
diverse edizioni che si sono susseguite abbiamo sempre onorato il Premio senza
mai svilirlo o piegarlo a contingenze momentanee.
La
lotta alla mafia, alla mafiosità è per noi qualcosa di fondamentale e forti di
ciò ci siamo sempre sottratti a polemiche sterili e/o personalistiche che pure
hanno attraversato il movimento antimafia.
Con
costanza abbiamo sempre parlato alla coscienza della società siciliana non
smettendo di porre la mobilitazione antimafia come questione sociale.
La
mafia, infatti, impedisce un reale sviluppo per la gente di Sicilia.
Lo
Stato repubblicano, costituzionale e di diritto ci ha sempre visto schierati
per la legalità dato che la lotta alla mafia è e resta una priorità per i lavoratori
e per tutti i siciliani onesti.
Sconfiggere
la mafia resta oggi per noi socialisti siciliani un obbiettivo necessario e
possibile ma ancora non raggiunto, anche se decisivi ma non definitivi passi
avanti sono stati compiuti.
Avaja!
Fabio Cannizzaro