Intervento del compagno Fabio Cannizzaro, coordinatore
regionale siciliano e componente del’Esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista
***
In questi giorni di fine ottobre vari, diversi sono i
sommovimenti interni a ciò che resta di certa sinistra politicistica in questo
Paese.
È,
infatti, di poche ore fa
la notizia dello sganciamento di Sinistra italiana dall’esperienza di LeU.
Cosa sta accadendo? Molti, troppi si muovono per
riposizionarsi, per tempo, in vista delle prossime, incombenti elezioni per il
rinnovo della deputazione italiana al Parlamento europeo.
Queste “mosse” ci
mostrano e più ci dimostrano quanto poco una certa parte della attuale classe
dirigente di “sinistra” comprenda
dell’attuale momento sociale e politico.
Tuttavia, qui e ora, non mi interessa essere tagliente con certi settori della
sinistra, incapaci di autocritica e di serie analisi quanto definire,
perimetrare quale può e deve essere il ruolo del socialismo di sinistra oggi
nelle condizioni date di fronte anche a questi politicismi e/o rachitismi.
Risorgimento Socialista è ricordiamolo un’organizzazione
militante nata per restituire proiezione ad una azione sociale e politica
socialista in favore dei lavoratori e dei ceti deboli.
Nel tempo, complessivamente, pur non senza errori e/o
titubanze, R.S. è rimasta fedele alla sua scelta iniziale, cosa ancor più
evidente se si comparano scelte e posizionamenti di gruppi, movimenti,
personalità e personaggi, che in vari tempi e a vario titolo, contrastarono e/o
contestarono anche da socialisti R.S.
Il tempo ha contribuito a fare un po’ di chiarezza, superando
queste accuse ed anche tanti, troppi evidenti, interessati personalismi si
riesce, ora, in ciò che dopo una certa decantazione esiste e/o resta del mondo
socialista a ben comprendere differenze di prospettiva e di indirizzo.
È sotto gli occhi di tutti che una
cosa è guardare al presente, come fa Risorgimento Socialista, in prospettiva
del futuro altra cosa è cercare di vivere il presente secondo categorie vetuste
di un passato che oramai si è esaurito e che rende queste proiezioni
intrinsecamente reducistiche.
Noi, nello specifico, gradualmente ma senza titubanze abbiamo
via via affrancato l’organizzazione da questo tipo di atteggiamenti reducistici quando non
personalistici e prova ne è la decisione collegiale, collettiva, già in
occasione delle scorse elezioni parlamentari, di superare i vecchi ragionamenti
e di lavorare in modo aperto alla definizione di un nuovo perimetro della sinistra
in Italia contribuendo alla nascita e all’affermazione dell’esperienza di
Potere al Popolo.
È evidente che una siffatta scelta ha
prodotto divisioni, smarrimenti, titubanze e anche qualche addio e tuttavia il
corpo di Risorgimento Socialista è, oggi, più in in forza di prima e anzi riceve
continuamente nuovi apporti.
Noi stiamo in Potere al Popolo in virtù del nostro essere
apertamente, schiettamente socialisti e del fatto che la nostra identità di
valori ed ideali è accettata dalle altre componenti di PaP, se così non fosse
ne trarremmo le necessarie, utili conseguenze.
Dobbiamo però essere consapevoli che i sommovimenti cui
accennavo, non ultimo il rischierarsi dei colonnelli
di Sinistra Italiana è un dato organizzativo e politico che produrrà conseguenze.
Subito dopo l’annuncio ufficiale dell’abbandono di LeU a
stretto giro è venuto lo sganciamento da Potere al Popolo del partito della Rifondazione
Comunista. Abbandonando ogni categoria umorale o sentimentale è nostro dovere ragionare di e su questi
scenari.
La prossima possibile ricomposizione tra “fratoianniani” e “acerbiani” è dietro l’angolo. E noi? Noi, se sarà rispettata la
nostra identità, siamo e restiamo, da socialisti, in Potere al Popolo. Resto,
però, convinto che dovremmo insieme ai compagni napoletani, a quelli di
Eurostop e ai settori vicini ad USB, superati gli strascichi dell’addio da
Rifondazione, riflettere su quale possa e debba essere il futuro di questa
nostra aggregazione.
Sarà un dibattito che dovrà vedere chiaro il rispetto delle pluralità
e il fatto che Potere al Popolo non possa e non debba risolversi in una “ridotta” di un purismo comunista
movimentista tout court ma debba
aprirsi al dibattito europeo in cui il nostro pensiero coincide con quelli di
compagni importanti come Jean-Luc Mélenchon de La France insoumise o di Jeremy
Corbyn o ancora di Oskar Lafontaine.
Se poi prevalessero o potessero prevalere, pur lecitamente,
queste spinte e scelte, noi socialisti di sinistra, senza paura o apprensioni,
dovremmo riprendere la piena, completa agibilità politica non avendo mai
abbandonato o declinato da quella organizzativa, senza rinunciare alle nostre
politiche.
Resto convinto e lo scrivo qui, pubblicamente, che sarebbe un
errore da parte di chiunque ridurre ed immiserire l’esperienza di Potere al
Popolo in una sorta di “quadrato”, identitarista ed ideologico, ma se la cosa
dovesse maturare ed accadere non ci vedrà impreparati né isolati.
Tuttavia qualunque possa essere lo scenario futuro in cui ci
troveremo ad agire ed operare è nostro dovere porci come riferimento per tutte
le socialiste, tutti i socialisti italiani che vogliono recuperare al
socialismo militante un reale ruolo sociale e politico e liberarsi da certe
proiezioni politicistiche e/o moderatiste.
Ecco a mio avviso, ecco ad avviso dei compagni siciliani di
R.S. che rappresento, qual è il quadro in atto e quale può e deve essere,
attualmente, la nostra azione.
Socialismo Sempre!
Fabio Cannizzaro
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