Analisi del compagno Fabio Cannizzaro
sul voto
e la situazione greca e ALTRO ANCORA…
Il voto in Grecia, di domenica prossima, 25 gennaio c.a., si carica di significati e
valenze che vanno oltre il già
importante dato politico greco.
Molti, a sinistra,
pensano e considerano l’eventuale, probabile ed auspicabile vittoria del
partito Syriza e del suo leader riconosciuto, Alexīs Tsipras, come un dato politico rappresentativo
di una rinascita dell’iniziativa e della proiezione politica a sinistra per l’intera
Europa e forse anche oltre.
E’ questa un’analisi del tutto condivisibile?
In Italia, nelle analisi che vanno per la maggiore nel nostro
Paese, sembra essere invalsa l’idea che Tsipras
sia una sorta di occasione per rilanciare, al netto di qualsiasi seria iniziativa,
analisi, riflessione quando non “mea
culpa” il punto di vista di alcuni settori della sinistra e segnatamente di
quelli che si richiamano alla tradizione dell’area cosiddetta comunista.
Non ripeterò qui, in dettaglio,
quanto, per noi socialisti, questa “interpretazione”
della lotta e della prospettiva di Syriza sia una banalizzazione interessata della
parabola politica e dell’elaborazione messa in campo dal partito di cui Tsipras
è la guida.
In realtà se scostiamo da davanti
ai nostri occhi le “lenti colorate”
del mero interesse tattico a sinistra dobbiamo e possiamo tutti riconoscere che
Syriza ha assunto nella realtà ellenica
una posizione condivisibile sui motivi e sulle possibili soluzioni della crisi
che attanaglia il Vecchio Continente senza essersi mai candidata ad essere la “ridotta” degli eredi o successori del
comunismo.
A ciò aggiungiamo, e per noi socialisti
non potrebbe essere altrimenti, che in Grecia non esiste solo il fenomeno
Syriza, agiscono, infatti, in terra ellenica, anche altri movimenti di sinistra, che al pari di Syriza meritano
attenzione e rispetto, come, ad esempio,
la neonata Kinima o Movimento dei Socialisti Democratici di Ghiorgos Papandreu
o ancora il partito To Potami fondato da Stavros Theodorakis, senza
dimenticare né sovrastimare il pur ancora ancora attivo Pasok o Partito
Socialista Panellenico, il cui leader è Evangelos Venizelos.
Pasok la cui credibilità è, però,
in caduta libera, dopo l’alleanza “ pro
rigore europeo” con il partito conservatore di Nuova Democrazia.
Tutti gli analisti danno, ad oggi,
per scontata la vittoria di Syriza, che secondo i politologi , potrebbe
addirittura arrivare a formare da sola, con un monocolore, il futuro governo
greco.
Qualunque sia la portata della
vittoria di Syriza, resta il fatto che in Grecia sembra volersi affermare, con
chiara risolutezza, un nuovo, diverso modo di relazionarsi e confrontarsi con
la crisi e cosa ancora più importante con i modi di affrontare questa crisi politica,
economica, sociale e democratica che ha letteralmente travolto il Paese.
E’ auspicabile che Syriza e la
sinistra greca mettano in discussione le
ricette neoliberiste messe in campo dall’apparato politico-burocratico europeo
per affrontare una crisi, creata, a ben vedere, dalle stesse “logiche” che si vorrebbero utilizzare
per risolverla.
E’ questa una evidente “contraddizione” che non possiamo, da
sinistra, negare né tacere.
Bene fa, dunque, il partito di
Syriza e con questo la sinistra greca a
porre in discussione le “ricette”
dell’establishment politico, burocratico ed economico europeo.
Chiarito senza ombra di dubbio da
che parte stanno e devono stare i socialisti oggi, in Grecia, in Italia in Europa
e nell’Occidente è però evidente che il fenomeno Syriza, la sua visibilità
riferita anche alla personalità e allo stile di Alexīs Tsipras,
pone per noi italiani più che per i greci e la sinistra greca la necessità e
per certi versi l’urgenza di riflettere sul progetto onde conoscerlo nella sua
reale portata e comprendere se realisticamente questo può influenzare la nostra
realtà come più in generale quella della globalizzazione capitalistica
finanziaria.
Superata la “vulgata” di certi ambienti pseudomarxisti nostrani che provano a
trasformare Syriza e Tsipras in “feticci”
dietro cui celarsi onde non fermarsi seriamente a riflettere sui propri errori
e le proprie inadeguatezze politiche e d’analisi, resta però, oggi la necessità
di sostenere, senza infingimenti, la sinistra greca nella sua battaglia contro
il liberismo vecchio e nuovo, baluardo di certi interessi finanziari rapaci.
In questa chiave una posizione
equilibrata, condivisa e condivisibile è quella assunta, in Italia, dai compagni e le compagne firmatari della
petizione: “Sostegno
alle posizioni di SYRIZA e della sinistra greca“ e
promossa da INIZIATIVA 21 GIUGNO, originale momento di sintesi, incontro ed
elaborazione della sinistra animata tra gli altri da un sempre puntuale Gim
Cassano e a cui in tempi non sospetti ho dato, anch’io, la mia personale attenzione ed adesione.
Voglio, nondimeno, cogliere l’occasione
di questa riflessione per scrivere e ribadire che la sinistra greca, libera da
condizionamenti vetero-ideologici di stampo marxista leninista , rappresentati
da forme vetuste di organizzazione politica come quelle che ingabbiano il KKE, cioè
il Partito Comunista Greco, si candida a vincere , in virtù di analisi che per
quanto i compagni di Rifondazione Comunista, de “Il Manifesto” o settori della
lista L’Altra Europa pensino, sono frutto non della elaborazione pseudo
marxista, neo o post comunista, ma più e meglio sviluppatasi nelle lotte
sindacali e sociali e cresciuta all’ombra di
una elaborazione che possiamo definire di “sinistra socialdemocratica e
plurale”.
Mi spiego ancor meglio. Questo tipo
di analisi, sono frutto di lotte e osservazioni su cui i l movimento sindacale e le
sinistre socialiste europee si misurano da tempo e su cui, in larga misura, per lo più
concordano.
Occorre, più che mai, attualmente,
avere chiaro che, in Europa e non solo, soprattutto le sinistre socialiste
riflettono parimenti sia sul fallimento palese, evidente, incontrovertibile dei
vecchi paradigmi ed analisi comuniste o neo tali sia su certe declinazioni e interpretazioni della
socialdemocrazia classicamente intesa come anche delle sue esauste varianti
blairiane e schröderiane, di stampo
neoliberista che hanno dato pessima prova di sé.
Posto ciò oggi, necessariamente,
aggiungerei, l’analisi socialista e democratica europea, e quindi anche quella
italiana, non passa più per la vecchia concezione della socialdemocrazia come mera,
esclusiva mediatrice e divulgatrice di benessere materiale in conto del
capitalismo moderato o moderabile, quanto in una nuova prospettiva, che in
Italia, abbiamo già conosciuto, attraverso le analisi anticipatrici e
profetiche di un socialista a-marxista e a-comunista quale fu Riccardo
Lombardi. Analisi come quelle proposte da Tsipras richiamano, per certi versi,
i temi, le analisi e le prospettive di Lombardi, ovviamente aggiornate ai tempi
e alla realtà greca ed europea d’oggi.
Anche noi socialisti democratici,
noi sinistra del socialismo italiano auspichiamo, dunque, senza se e senza ma, la
vittoria di Syriza e della sinistra greca, che può segnare un “punto di svolta”.
Occorre però esser chiari una cosa è
riconoscere un valore alle lotte e alle analisi di Syriza e della sinistra
greca un’altra cosa sarebbe assumere acriticamente queste analisi e la vittoria
presumibile che ne discenderà come una deterministica “cartina di tornasole” , che basti seguire pedissequamente per
giungere alla vittoria della sinistra in Italia o altrove.
I settori che pensano così, non a caso, sono quelli più intellettualistici e pseudo
marxisti cui accennavo criticamente prima.
Intendiamoci, dunque, la sinistra
deve sostenere, oggi e più ancora da lunedì, Syriza, le sinistre greche e l’eventuale
governo greco che “capitalizzerà”
questa vittoria elettorale, ma non dobbiamo né possiamo pensare che Alexīs Tsipras o gli altri leader di sinistra greca ci possano dispensare o assolvere
dalla necessità di una lotta ed una elaborazione politica che in Italia, specie
a sinistra, complessivamente, latita da
tempo.
Da socialisti, dunque, non crediamo
che la sinistra europea debba solo parlare greco ma più compiutamente saper
parlare tutte le lingue e i dialetti dei nostri tanti Territori e Paesi.
Auspichiamo, inoltre, che si
realizzi una ampia coalizione di sinistra in Grecia e che attraverso questo
incontro e lavorio politico sia possibile arricchire la proposta politica per
le provate genti elleniche.
Trovo poi da socialista molto
interessante che il leader di Kinima cioè del nuovo Movimento dei Socialisti
Democratici sia quel Ghiorgos Papandreu
che è anche, attualmente, presidente dell’Internazionale Socialista.
Internazionale che è noto a tutti i
socialisti, vive momenti di aspra “dialettica” con l’altra organizzazione
sovranazionale del socialismo, in questo caso europeo, che è il PES, il Partito
Socialista Europeo.
E’ , dunque, mio auspicio, che il
compagno Ghiorgos Papandreu, insieme a tutte le sinistre socialdemocratiche e
laburiste d’Europa sappia porre il PES davanti al problema di aver
rappresentato e rappresentare al momento uno dei sostegni operanti delle
logiche neoliberiste in Europa.
Occorre, pertanto, ricordare ai
compagni del PES che se questa organizzazione non saprà uscire dalle sue “antinomie”, si dovrà e potrà porre, anche perché no con il sostengo dell’Internazionale
Socialista, la questione della nascita
di una nuova, più coerente organizzazione del Socialismo militante di sinistra in Europa.
Fabio Cannizzaro
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