venerdì 23 gennaio 2015

LA SPERANZA A SINISTRA PARLA GRECO?



Analisi del compagno  Fabio Cannizzaro  sul voto  e la situazione greca e ALTRO ANCORA…


Il voto in Grecia, di domenica prossima,  25 gennaio c.a., si carica di significati e valenze che vanno oltre il  già importante dato politico greco.
 Molti, a sinistra, pensano e considerano l’eventuale, probabile ed auspicabile vittoria del partito Syriza e del suo leader riconosciuto, Alexīs Tsipras, come un dato politico rappresentativo di una rinascita dell’iniziativa e della proiezione politica a sinistra per l’intera Europa e forse anche oltre.
E’ questa un’analisi del tutto condivisibile?
In Italia, nelle analisi che vanno per la maggiore nel nostro Paese, sembra essere invalsa l’idea che Tsipras sia una sorta di occasione per rilanciare, al netto di qualsiasi seria iniziativa, analisi, riflessione quando non “mea culpa” il punto di vista di alcuni settori della sinistra e segnatamente di quelli che si richiamano alla tradizione dell’area cosiddetta comunista.
Non ripeterò qui, in dettaglio, quanto, per noi socialisti, questa “interpretazione” della lotta e della prospettiva di Syriza sia una banalizzazione interessata della parabola politica e dell’elaborazione messa in campo dal partito di cui Tsipras è la guida.
In realtà se scostiamo da davanti ai nostri occhi le “lenti colorate” del mero interesse tattico a sinistra dobbiamo e possiamo tutti riconoscere che Syriza  ha assunto nella realtà ellenica una posizione condivisibile sui motivi e sulle possibili soluzioni della crisi che attanaglia il Vecchio Continente senza essersi mai candidata ad essere la “ridotta” degli eredi o successori del comunismo.
A ciò aggiungiamo, e per noi socialisti non potrebbe essere altrimenti, che in Grecia non esiste solo il fenomeno Syriza, agiscono, infatti, in terra ellenica,  anche altri movimenti  di sinistra, che al pari di Syriza meritano attenzione e rispetto,  come, ad esempio, la neonata Kinima o Movimento dei Socialisti Democratici di Ghiorgos Papandreu o ancora  il partito To Potami fondato da Stavros Theodorakis, senza dimenticare né sovrastimare il pur ancora ancora attivo Pasok o Partito Socialista Panellenico, il cui leader è  Evangelos Venizelos.
Pasok la cui credibilità è, però, in caduta libera, dopo l’alleanza “ pro rigore europeo” con il partito conservatore di Nuova Democrazia.
Tutti gli analisti danno, ad oggi, per scontata la vittoria di Syriza, che secondo i politologi , potrebbe addirittura arrivare a formare da sola, con un monocolore, il futuro governo greco.
Qualunque sia la portata della vittoria di Syriza, resta il fatto che in Grecia sembra volersi affermare, con chiara risolutezza, un nuovo, diverso modo di relazionarsi e confrontarsi con la crisi e cosa ancora più importante con i modi di affrontare questa crisi politica, economica, sociale e democratica che ha letteralmente travolto il Paese.
E’ auspicabile che Syriza e la sinistra greca  mettano in discussione le ricette neoliberiste messe in campo dall’apparato politico-burocratico europeo per affrontare una crisi, creata, a ben vedere, dalle stesse “logiche” che si vorrebbero utilizzare per risolverla.
E’ questa una evidente “contraddizione” che non possiamo, da sinistra, negare né tacere.
Bene fa, dunque, il partito di Syriza e con questo la sinistra greca  a porre in discussione le “ricette” dell’establishment politico, burocratico ed economico europeo.
Chiarito senza ombra di dubbio da che parte stanno e devono stare i socialisti oggi, in Grecia, in Italia in Europa e nell’Occidente è però evidente che il fenomeno Syriza, la sua visibilità riferita anche alla personalità e allo stile di Alexīs Tsipras, pone per noi italiani più che per i greci e la sinistra greca la necessità e per certi versi l’urgenza di riflettere sul progetto onde conoscerlo nella sua reale portata e comprendere se realisticamente questo può influenzare la nostra realtà come più in generale quella della globalizzazione capitalistica finanziaria.
Superata la “vulgata” di certi ambienti pseudomarxisti nostrani che provano a trasformare Syriza e Tsipras in “feticci” dietro cui celarsi onde non fermarsi seriamente a riflettere sui propri errori e le proprie inadeguatezze politiche e d’analisi, resta però, oggi la necessità di sostenere, senza infingimenti, la sinistra greca nella sua battaglia contro il liberismo vecchio e nuovo, baluardo di certi interessi finanziari rapaci.
In questa chiave una posizione equilibrata, condivisa e condivisibile è quella assunta, in Italia,  dai compagni e le compagne firmatari della petizione: “Sostegno alle posizioni di SYRIZA e della sinistra greca“ e promossa da INIZIATIVA 21 GIUGNO, originale momento di sintesi, incontro ed elaborazione della sinistra animata tra gli altri da un sempre puntuale Gim Cassano e a cui in tempi non sospetti ho dato, anch’io,  la mia personale attenzione ed adesione.
Voglio, nondimeno, cogliere l’occasione di questa riflessione per scrivere e ribadire che la sinistra greca, libera da condizionamenti vetero-ideologici di stampo marxista leninista , rappresentati da forme vetuste di organizzazione politica come quelle che ingabbiano il KKE, cioè il Partito Comunista Greco, si candida a vincere , in virtù di analisi che per quanto i compagni di Rifondazione Comunista, de “Il Manifesto” o settori della lista L’Altra Europa pensino, sono frutto non della elaborazione pseudo marxista, neo o post comunista, ma più e meglio sviluppatasi nelle lotte sindacali e sociali e cresciuta all’ombra di  una elaborazione che possiamo definire di “sinistra socialdemocratica e plurale”.
Mi spiego ancor meglio. Questo tipo di  analisi, sono frutto di lotte e  osservazioni su cui i l movimento sindacale e le sinistre socialiste europee si misurano da tempo  e su cui, in larga misura, per lo più concordano.
Occorre, più che mai, attualmente, avere chiaro che, in Europa e non solo, soprattutto le sinistre socialiste riflettono parimenti sia sul fallimento palese, evidente, incontrovertibile dei vecchi paradigmi ed analisi comuniste o neo tali sia  su certe declinazioni e interpretazioni della socialdemocrazia classicamente intesa come anche delle sue esauste varianti blairiane e  schröderiane, di stampo neoliberista che hanno dato pessima prova di sé.
Posto ciò oggi, necessariamente, aggiungerei, l’analisi socialista e democratica europea, e quindi anche quella italiana, non passa più per la vecchia concezione della socialdemocrazia come mera, esclusiva mediatrice e divulgatrice di benessere materiale in conto del capitalismo moderato o moderabile, quanto in una nuova prospettiva, che in Italia, abbiamo già conosciuto, attraverso le analisi anticipatrici e profetiche di un socialista a-marxista e a-comunista quale fu Riccardo Lombardi. Analisi come quelle proposte da Tsipras richiamano, per certi versi, i temi, le analisi e le prospettive di Lombardi, ovviamente aggiornate ai tempi e alla realtà greca ed europea d’oggi.
Anche noi socialisti democratici, noi sinistra del socialismo italiano auspichiamo, dunque, senza se e senza ma, la vittoria di Syriza e della sinistra greca, che può segnare un “punto di svolta”.
 Occorre però esser chiari una cosa è riconoscere un valore alle lotte e alle analisi di Syriza e della sinistra greca un’altra cosa sarebbe assumere acriticamente queste analisi e la vittoria presumibile che ne discenderà come una deterministica “cartina di tornasole” , che basti seguire pedissequamente per giungere alla vittoria della sinistra in Italia o altrove.
I settori che  pensano così, non a caso,  sono quelli più intellettualistici e pseudo marxisti cui accennavo criticamente prima.
Intendiamoci, dunque, la sinistra deve sostenere, oggi e più ancora da lunedì, Syriza, le sinistre greche e l’eventuale governo greco che “capitalizzerà” questa vittoria elettorale, ma non dobbiamo né possiamo pensare che Alexīs Tsipras o gli altri leader di sinistra greca ci possano dispensare o assolvere dalla necessità di una lotta ed una elaborazione politica che in Italia, specie a sinistra, complessivamente,  latita da tempo.
Da socialisti, dunque, non crediamo che la sinistra europea debba solo parlare greco ma più compiutamente saper parlare tutte le lingue e i dialetti dei nostri tanti Territori e Paesi.
Auspichiamo, inoltre, che si realizzi una ampia coalizione di sinistra in Grecia e che attraverso questo incontro e lavorio politico sia possibile arricchire la proposta politica per le  provate genti elleniche.
Trovo poi da socialista molto interessante che il leader di Kinima cioè del nuovo Movimento dei Socialisti Democratici sia quel  Ghiorgos Papandreu che è anche, attualmente, presidente dell’Internazionale Socialista.
Internazionale che è noto a tutti i socialisti, vive momenti di aspra “dialettica” con l’altra organizzazione sovranazionale del socialismo, in questo caso europeo, che è il PES, il Partito Socialista Europeo.
E’ , dunque, mio auspicio, che il compagno Ghiorgos Papandreu, insieme a tutte le sinistre socialdemocratiche e laburiste d’Europa sappia porre il PES davanti al problema di aver rappresentato e rappresentare al momento uno dei sostegni operanti delle logiche neoliberiste in Europa.
Occorre, pertanto, ricordare ai compagni del PES che se questa organizzazione  non saprà uscire dalle sue “antinomie”, si dovrà e potrà porre,  anche  perché no con il sostengo dell’Internazionale Socialista,  la questione della nascita di una nuova, più coerente organizzazione del Socialismo militante  di sinistra in Europa.  

Fabio Cannizzaro



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