La riunione promossa dal Circolo Socialista Nebroideo
Indipendente “Italo Carcione”per questo
sabato a Galati Mamertino, ha una portata, evidentemente, legata alla specifica
realtà del centro nebroideo e tuttavia rappresenta in concreto un esempio di “buone
prassi” a sinistra da apprezzare e ripetere anche a livello più ampio.
Come spesso accade anche stavolta la soluzione più semplice è
, anche a nostro avviso, quella destinata ad essere potenzialmente risolutiva
potendo raccogliere ampi consensi. I compagni siciliani hanno , in concreto, promosso
un incontro che riunisca concretamente, fisicamente insieme, intorno ad un
tavolo, tutti coloro che a Galati Mamertino sono e si sentono ancora parte di
quell’area progressista e di sinistra che è stata, nel recente passato, in
questo Paese una parte né piccola né secondaria della società. Questa “intuizione”,
ci domandiamo, vale solo per il piccolo paese di Galati o è concretamente
applicabile, con gli ovvi accorgimenti del caso, anche a realtà più grandi o
articolate? Domandiamoci: Un simile insieme di “pratiche” può valere anche per l’intera
sinistra di questo Paese?
Noi non sappiamo quale sarà il concreto risultato politico
che i compagni galatesi otterranno, ciò che invece ci sentiamo di condividere e
sottoscrivere è il metodo. Troppi, troppo a lungo hanno coltivato l’idea,
fattasi teorema, che fosse possibile pensare e realizzare l’unità politica a
sinistra, della sinistra, attraverso una mera sommatoria aritmetica di “pezzi”
di ceto politico. L’esperienza legata alla recente storia ci testimonia che
così non è. Ciò che hanno fatto i compagni del Circolo Socialista Autonomo “Italo Carcione” è stato sostanzialmente
quello di chiamare a raccolta dal basso, in modo orizzontale, tutti coloro che,
a Galati Mamertino, si sentono e quindi sono volontariamente collocati nell’area
progressista e di sinistra. La necessaria, successiva conta dei compagni e
delle compagne, in questo caso, potrà così, poi, prescindere da meri calcoli o
posizionamenti tattici, che come spesso accade, sono sviluppati da una nomenklatura
di sinistra sempre eguale a se stessa, incapace sia di rinnovarsi sia di
imparare dai propri e dagli altrui errori alcunché. La chiamata a raccolta
fatta dai compagni galatesi, agli individui, alle persone, ai compagni può
essere, a nostro avviso, la chiave di volta di un possibile, anzi necessario “reset”
a sinistra.
Stare a sinistra oggi diventa essenzialmente,
prioritariamente una questione etica che può e deve superare gli interessi, i
calcoli di parti, fazioni e/o partiti e partitini, recuperando le dimensioni
più profonde della scelta di stare a sinistra militando.
Viene, dunque, dalla cosiddetta, presunta “periferia” un
forte monito alla sinistra, a ciò che resta delle sue dirigenze politiche. Dirigenti
che a parole propugnano , sostengono la riorganizzazione e la riaggregazione
della sinistra e poi, però, in concreto, giorno per giorno, frappongono tutta
una serie concreta di cavillosi impedimenti più o meno verosimili, in attesa di
risolvere, a proprio favore o del proprio gruppo o fazione, la questione del “governo”
della sinistra. Sarebbe bello , di fronte a tutto ciò, che il “monito” che
nasce dalla sinistra galatese giungesse , forte e chiaro, all’intero corpo
militante della gauche siciliana ed italiana. Sapranno, vorranno ascoltarlo?
Franco Nizza
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