Le
vicende dell’ultimo quarto di secolo hanno profondamente quanto strutturalmente
mutato i rapporti tra politica socialista e sindacato.
Questo
mutamento che, in concreto, per vicende a tutti note, ha segnato uno
“sfasamento” tra iniziativa politica socialista e proiezione sindacale che al
socialismo si richiamava.
Dopo
la fine degli anni Novanta del secolo scorso il sindacato, i sindacati che
storicamente facevano da riferimento per i lavoratori socialisti, C.G.I.L. e
U.I.L., hanno via via allungato il loro passo, e malgrado abbiano continuato ad
utilizzare, in maggioranza, quadri e dirigenti d’origine e formazione
socialista, si sono “autonomizzati” da qualsivoglia riferimento ai valori ed ai
principi socialisti.
Questa
presa di distanza, tattica o strategica che sia stata, se da un lato ha
garantito al sindacato una percepibile autosufficienza dalla “politica” ha poi
finito, nel medio termine, per indebolirne la portata sociale.
La
generale debacle poi dell’intero quadro politico, l’implosione della sua
credibilità ha poi fatto, nel tempo, il resto.
Oggi
il sindacato, più la U.I .L.
meno la C.G .I.L.,
naviga a vista, tra difficoltà dettate certo dal contesto economico e sociale,
ma anche dalla sostanziale estraneità ad un processo generale, complessivo di
rigenerazione e riorganizzazione della società.
Taluni,
per un certo periodo, pensarono, sperarono che il sindacato si facesse
“lievito” di un’esperienza rifondativa della sinistra, sull’esempio storico
anglosassone delle Trade Unions.
Oggi,dopo
le ultime esperienze, possiamo affermare che una siffatta prospettiva resta al
momento, solo un’ipotesi di maniera e poco più.
Tocca,
dunque, alla politica ripensare, riprogettare e realizzare un progetto politico
per il lavoro, per i lavoratori.
Noi
socialisti autonomi e di sinistra, oggi organizzati in Risorgimento Socialista,
questa riflessione la stiamo sviluppando, forti certo della nostra tradizione,
del profondo lavorio, sviluppato in passato da tanti nostri valenti compagni, ma
altresì consci che fatte salve certe intuizioni e/o analisi è nostro compito
come dirigenti e militanti politici costruire analisi, paradigmi interpretativi
e quindi soluzioni politiche e sociali all’altezza dei bisogni del mondo del
lavoro, che oggi comprende, diversamente da un recente passato, disoccupati,
inoccupati e categorie deboli.
Anche
per le analisi e le soluzioni per e sul lavoro le nostre posizioni sono
profondamente altre e diverse rispetto a quelle attualmente sposate e sostenute
dallo ectoplasmatico PS a trazione nenciniana.
I
socialisti, ricordiamo a tutti, debbono,
infatti, difendere, senza se e senza ma, i lavoratori e non sostenere come
fanno taluni progetti neoliberisti e filopatronali, come quelli voluti dal PD e
sposati appunto da certi “settori” socialisti.
Il
dibattito prosegue, le linee di indirizzo, sin da questa estate, come Risorgimento Socialista, sono state delineate,
resta aperto, dialettico il rapporto con un sindacato insostituibile,
essenziale quanto profondamente, strutturalmente in difficoltà, cui la
politica, la politica socialista, può se questo vorrà dare aiuto, contribuendo
a restituirgli analisi e profondità, elementi che sempre più gli mancano.
Perché quali che siano le scelte del
Sindacato, il Lavoro resta il tema centrale a livello sociale come anche per la
nostra azione politica a sinistra come Socialisti e speriamo, pur marciando
divisi, di poter tornare uniti a delineare il futuro del Paese.
Sempre
Avanti!
Fabio Cannizzaro
Coordinatore Siciliano
di RS
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