sabato 5 novembre 2016

LA CENTRALITA’ DEL LAVORO



Le vicende dell’ultimo quarto di secolo hanno profondamente quanto strutturalmente mutato i rapporti tra politica socialista e sindacato.
Questo mutamento che, in concreto, per vicende a tutti note, ha segnato uno “sfasamento” tra iniziativa politica socialista e proiezione sindacale che al socialismo si richiamava.
Dopo la fine degli anni Novanta del secolo scorso il sindacato, i sindacati che storicamente facevano da riferimento per i lavoratori socialisti, C.G.I.L. e U.I.L., hanno via via allungato il loro passo, e malgrado abbiano continuato ad utilizzare, in maggioranza, quadri e dirigenti d’origine e formazione socialista, si sono “autonomizzati” da qualsivoglia riferimento ai valori ed ai principi socialisti.
Questa presa di distanza, tattica o strategica che sia stata, se da un lato ha garantito al sindacato una percepibile autosufficienza dalla “politica” ha poi finito, nel medio termine, per indebolirne la portata sociale.
La generale debacle poi dell’intero quadro politico, l’implosione della sua credibilità ha poi fatto, nel tempo, il resto.
Oggi il sindacato, più la U.I.L. meno la C.G.I.L., naviga a vista, tra difficoltà dettate certo dal contesto economico e sociale, ma anche dalla sostanziale estraneità ad un processo generale, complessivo di rigenerazione e riorganizzazione della società.
Taluni, per un certo periodo, pensarono, sperarono che il sindacato si facesse “lievito” di un’esperienza rifondativa della sinistra, sull’esempio storico anglosassone delle Trade Unions.
Oggi,dopo le ultime esperienze, possiamo affermare che una siffatta prospettiva resta al momento, solo un’ipotesi di maniera e poco più.
Tocca, dunque, alla politica ripensare, riprogettare e realizzare un progetto politico per il lavoro, per i lavoratori.
Noi socialisti autonomi e di sinistra, oggi organizzati in Risorgimento Socialista, questa riflessione la stiamo sviluppando, forti certo della nostra tradizione, del profondo lavorio, sviluppato in passato da tanti nostri valenti compagni, ma altresì consci che fatte salve certe intuizioni e/o analisi è nostro compito come dirigenti e militanti politici costruire analisi, paradigmi interpretativi e quindi soluzioni politiche e sociali all’altezza dei bisogni del mondo del lavoro, che oggi comprende, diversamente da un recente passato, disoccupati, inoccupati e categorie deboli.
Anche per le analisi e le soluzioni per e sul lavoro le nostre posizioni sono profondamente altre e diverse rispetto a quelle attualmente sposate e sostenute dallo ectoplasmatico PS a trazione nenciniana.
I socialisti, ricordiamo a tutti,  debbono, infatti, difendere, senza se e senza ma, i lavoratori e non sostenere come fanno taluni progetti neoliberisti e filopatronali, come quelli voluti dal PD e sposati appunto da certi “settori” socialisti.
Il dibattito prosegue, le linee di indirizzo, sin da questa estate, come  Risorgimento Socialista, sono state delineate, resta aperto, dialettico il rapporto con un sindacato insostituibile, essenziale quanto profondamente, strutturalmente in difficoltà, cui la politica, la politica socialista, può se questo vorrà dare aiuto, contribuendo a restituirgli analisi e profondità, elementi che sempre più gli mancano.
 Perché quali che siano le scelte del Sindacato, il Lavoro resta il tema centrale a livello sociale come anche per la nostra azione politica a sinistra come Socialisti e speriamo, pur marciando divisi, di poter tornare uniti a delineare il futuro del Paese.

Sempre Avanti!

Fabio Cannizzaro

Coordinatore Siciliano di RS



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