Da socialista impegnato a sinistra, da convito assertore di
una necessaria, reale riaggregazione della sinistra non ho mai sottovalutato il
necessario, fondamentale rapporto che esiste tra iniziativa politica, azione
sindacale e conquiste sociali.
Questa interconnessione è, per il mio modo di intendere la
società, i rapporti sociali fondamentale. In questa prospettiva è tutt’altro
che secondaria la mia scelta di cercare di trovare rappresentati nel mondo del
lavoro questi valori ed ideali.
In questa linea appare fondamentale la scelta di quale
sindacato, di quale “modello” di relazioni sindacali e/o contrattuali vogliamo
sostenere o rappresentare.
Appare, quindi, naturale, in base a ciò che io penso,
rivolgermi a quel sindacato, a quella confederazione che, per me rappresenta,
storicamente, pur non senza errori o titubanze, più e meglio, la mia idea di
lavoro, di scuola, di società. Questa realtà per me è la FLC che è parte
fondamentale della CGIL dato che si avvicina di più alla mia tradizione
politica e di valori.
Scendendo, poi, nel concreto, alle prossime elezioni per il
rinnovo delle rappresentanze sindacali unitarie saremo tutti chiamati ad essere
coerenti a noi stessi essendo l’attuale fase cruciale per il futuro
dell’istruzione e quindi del Paese. Preso coscienza di tutto ciò è chiaro,
perciò, che ogni scelta produrrà necessariamente effetti su cui costruiremo o
meno le nostre future scelte.
Scegliere la FLC CGIL è, pertanto, qualcosa di tutt’altro che
casuale o accessorio. Si tratta di scegliere quali sistemi di relazioni
sindacali vogliamo affermare per il nostro futuro lavorativo e anche per il
sindacalismo scolastico. Chiarito ciò è altrettanto evidente che esistono poi
comunque diversi modi di stare e/o sostenere
la FLC CGIL.
Personalmente credo che la CGIL tutta, oggi, rappresenti una
delle rare organizzazioni dove è possibile ancora stare in modo dialettico e se
serve, perché no, critico, se utile o necessario. Tutto ciò è ancora più vero
se pensiamo all’attualità del dibattito che si sta sviluppando, al momento, in
FLC CGIL sulle dinamiche legate alla firma del nuovo CCNL.
Sono emerse, è dato pubblico, valutazioni diverse, sul merito
e il senso, del nuovo contratto sia normativamente che economicamente.
Tutto ciò rende forse meno incisiva la FLC CGIL?
Io penso di no, anzi considero che sia l’esatto contrario,
sono, da sempre, infatti, profondamente convinto che un confronto reale anche
serrato ci renda più forti ed incisivi.
Avrei del resto meno fiducia in una organizzazione dei
lavoratori monolitica, che non è in grado di sviluppare, al suo interno,
ragionamenti di senso e prospettiva concreti.
Si possono, infatti, nutrire dubbi o personali valutazioni su
come meglio si doveva o poteva concludere la trattativa contrattuale, ma mai
ritengo, in FLC, in CGIL, i compagni e le compagne, anche i più critici, mai
accetteranno che il confronto si trasformi in una messa in accusa della
“buonafede” dei dirigenti, cioè di coloro che assumono su di sé, per l’organizzazione,
l’onere di rappresentare i bisogni, le aspirazioni dei lavoratori della
conoscenza attraverso l’azione sindacale.
Sono, queste solo alcune delle considerazioni che mi sento di
condividere qui con voi e che rendono, spero con immediatezza il senso del
perché della mia scelta di sostenere la FLC CGIL sia in chiave organizzativa
che elettorale.
Comprendo, anche, che questa mia presa di posizione se sarà
apprezzata da taluni compagni sarà non compresa o osteggiata da altri e
tuttavia la assumo, in linearità, con le mie idee, valori e scelte.
Comunque la si pensi è a tutti evidente che i lavoratori, in
particolare, della conoscenza, vivano una stagione particolare, iniziata con
l’imposizione della “buona scuola” che ha finito per vedere colpevolizzare la categoria
dei lavoratori della scuola e segnatamente gli insegnanti.
Come cittadini e lavoratori vicini o iscritti alla CGIL e
alla FLC, da tempo, in molti abbiamo preso atto, di questo stato di cose che ha
ricadute reali, quotidiane sulla qualità della vita di noi tutti come individui
e lavoratori.
Chiederci cosa è possibile fare per contrastare queste
“dinamiche” indotte significa in buona sostanza operare democraticamente,
sindacalmente nel campo dei rapporti, delle relazioni sindacali, riconquistando
attraverso la contrattazione, sia generale che collettiva, spazi, perduti e
nuovi, di agibilità democratica per il lavoro.
In CGIL, ed è la sua forza, esistono, nella continuità
sindacale di categoria e confederale diverse “sensibilità” capaci di fare sintesi.
L’appello che mi sento di rivolgere, attualmente, è quello a scegliere e votare
in occasione delle elezione per il rinnovo delle RSU della prossima seconda
metà di aprile per le liste della FLC CGIL .
Ciò anche perché è
necessario rafforzare un sindacato, fatto dai lavoratori, dai loro bisogni, che
sia credibile, forte, democratico quanto autorevole.
In Italia, nel comparto istruzione questo sindacato, nel
nostro tempo, è e può essere credibilmente solo la FLC CGIL; l’unica
organizzazione sindacale di categoria in grado di svolgere una serena
valutazione di valori, bisogni, interessi e necessità e di essere critica con
se stessa senza remore o unanimismi.
Questa forza, frutto della partecipazione, garantisce non
solo o tanto gli iscritti FLC e CGIL ma l’intero sindacato nella e della scuola
e con questo i suoi lavoratori.
Per farlo occorre, però, irrobustire sempre più la struttura
dell’azione della FLC.
Si può partire per farlo solo dalla capillare presenza negli
Istituti del Paese, presenza che può e deve essere garantita da noi uomini e
donne, colleghi del comparto che ci impegniamo, che ci impegniamo in tal senso.
Una stagione difficile ci attende, non deludiamoci e portiamo
avanti l’insegna di un sindacato partecipato, solidale di lotta e proposta
insieme alla FLC CGIL!
Fabio Cannizzaro
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