Alcune
compagne e alcuni compagni, talvolta, assorbiti esclusivamente dalla nostra
realtà quando pensando al socialismo statunitense compiono l’errore di pensare che
questo movimento non abbia storia o radici. La realtà è ben diversa.
Abbiamo
modo, oggi, di ricordare un evento accaduto 106 anni fa che appunto smonta
questa falsa percezione.
Il
20 aprile 1914, in Colorado, a Ludlow ebbe luogo un feroce massacro frutto della brutale
repressione di uno sciopero di minatori da parte delle “milizie” dei
proprietari delle miniere.
Furono
21 i morti e tra questi 12 fra donne e
bambini.
La
mobilitazione a Ludlow e la bestiale repressione che seguì rientravano in una
stagione di attivismo sindacale dalle profonde implicazioni politiche che impegnò
12.000 lavoratori statunitensi in lotta e che
durò ininterrottamente dall'autunno del 1913 fino alla fine del 1914.
Fu
una stagione di mobilitazioni operaie negli U.S.A. mentre attiva e vitale era
nel Paese l’azione dei socialisti.
Si pensi, per esempio, all’attivismo di Eugene
V. Debs, che era uno fondatori degli Industrial Workers of the World (IWW) e
più volte candidato alle Presidenziali per il Partito Socialista d'America.
Il
massacro di Ludlow fu e resta uno spartiacque nella storia del movimento
operaio e socialista statunitense e dimostrò nella sua drammaticità come il
grande Capitale fosse intenzionato a difendere le sue prerogative economiche e
di potere ad ogni costo, compreso il sangue degli operai e delle loro famiglie.
Ricordare
quanto accadde più d’un secolo fa a Ludlow è utile, doveroso e noi socialisti
siciliani di xQS non ci sottraiamo al ricordo anche se questi eventi appaiono
lontani nello spazio e nel tempo.
Ricordare
quei fermenti sociali e politici serve anche a molti per smettere di avere
atteggiamenti eurocentrici che portano a giudizi sommari sul socialismo americano.
Un
socialismo dalla storia densa di avvenimenti e lotte che oggi, tutt’altro che
casualmente è rinato, forte dell’apporto giovanile, grazie ad alcuni leader
come, in primis, Bernie Sanders o anche Alexandria Ocasio-Cortez.
Per
certi versi anzi il socialismo statunitense si trova, oggi, in condizioni
oggettivamente migliori rispetto al nostro, troppo orientato verso un recente
passato che è oramai, piaccia o no, definitivamente alle spalle.
I
socialisti statunitensi, con le loro analisi e con la loro militanza mostrano,
invece, di guardare al futuro e di pensare a forme di presenza e militanza
nuove mentre, ahinoi, molti socialisti qui da noi si attardano a cercare di
riprodurre formule politico-organizzative tanto vetuste quanto oggettivamente
inutili ed antidemocratiche.
Ed
intanto il paese è e resta vittima del neoliberismo classista.
Fabio Cannizzaro
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