In questi giorni in cui molti ricordano il XVII Congresso
del Partito Socialista Italiano e la conseguente scissione con cui si diede
vita al Partito Comunista d’Italia come socialista di sinistra siciliano voglio ricordare il compagno Sebastiano Bonfiglio, che di
quell’importante, cruciale congresso, di cui ricorre il centenario, fu anche protagonista non secondario.
Siciliano, dell’allora cittadina di Monte San Giuliano
(oggi Valderice), partecipò da giovanissimo ai Fasci siciliani dei lavoratori insieme
al padre e poi aderì al PSI arrivando a divenire segretario provinciale del
trapanese.
Fu esponente di spicco della componente massimalista del
partito nota anche al’epoca come quella dei “comunisti unitari” che era
maggioritaria tra i socialisti d’allora e guidata da Giacinto Menotti Serrati.
In occasione di quel tumultuoso congresso livornese Bonfiglio venne anche eletto, dopo l’abbandono degli scissionisti, nella Direzione del PSI.
Poco più di un anno dopo questi eventi Sebastiano Bonfiglio, che era sindaco socialista di Monte San Giuliano che allora coinubava le attuali cittadine di Erice, Valderice, S. Vito lo Capo e Buseto Palazzolo, venne vilmente assassinato il 10 giugno 1922 dalla mafia agraria che vedeva in lui un freno ai propri interessi.
Nel centesimo anniversario del Congresso di Livorno credo sia
giusto e doveroso ricordare la figura di questo socialista siciliano che diede
la vita per i suoi ideali e che rappresentava insieme a molti altri isolani
come, ad esempio, Arturo Vella un punto
di vista attento per un socialismo siciliano
attivo, militante e di classe.
Grazie compagno Bonfiglio!
Fabio Cannizzaro
Istituto di Cultura Politica
per la Questione Siciliana - xQS
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